Diciamo le cose come stanno
Ci rendiamo conto che ora come ora tutti noi dovremmo essere uniti sotto la stessa bandiera?
Ma come sempre prevalgono gli interessi personali.
Da una parte il Comune che vorrebbe incominciare a fare le sue di assunzioni clientelari, ovvero ad un anno dalle amministrative ha la possibilità di fare ancora promesse elettorali.
Dall'altra, pur riconoscendone la loro professionalità, coloro che hanno avuto la fortuna di essersi inseriti nella struttura del Ravello Festival ovvero hanno avuto un'opportunità che ad altri è stata negata, proprio in virtù di alcuni meccanismi politici che fa si che, oggi come novelli piccoli scrivani fiorentini, tremano e tramano affinchè la propria posizione non cambi.
a breve on line : www.zappiasindaco2011.it
Ma come sempre prevalgono gli interessi personali.
Da una parte il Comune che vorrebbe incominciare a fare le sue di assunzioni clientelari, ovvero ad un anno dalle amministrative ha la possibilità di fare ancora promesse elettorali.
Dall'altra, pur riconoscendone la loro professionalità, coloro che hanno avuto la fortuna di essersi inseriti nella struttura del Ravello Festival ovvero hanno avuto un'opportunità che ad altri è stata negata, proprio in virtù di alcuni meccanismi politici che fa si che, oggi come novelli piccoli scrivani fiorentini, tremano e tramano affinchè la propria posizione non cambi.
a breve on line : www.zappiasindaco2011.it
Commenti
Fin quando si scherza ottimo...poi basta!!!
sentiamo il bisogno di condividere il pensiero espresso nelle precedenti lettere dai nostri colleghi.
Siamo i quattro dipendenti stagionali che, per il Ravello Festival, si occupano del Box Office.
Tutti e quattro, in anni diversi, dal 2005 in poi, siamo entrati a far parte dello staff del Ravello Festival a seguito di colloqui. Tutti e quattro, in passato, siamo venuti a conoscenza del fatto che la Fondazione Ravello stesse cercando personale tramite manifesti affissi sul territorio comunale di Ravello e/o tramite annunci pubblicati sul sito web www.ravellofestival.com. Tra di noi siamo politicamente schierati in modi diversi, ma ciò non ha mai influito né sulla nostra assunzione, né sul nostro lavoro. Troviamo imbarazzante che l’amministrazione comunale ancora cerchi di sostenere argomenti così populistici a difesa del suo operato.
Siamo dipendenti stagionali, quindi precari, ma ricattabili?!? ricattabili non crediamo proprio.
Cordiali Saluti
Mary Cioffi
Francesca Esposito
Gianluca Mansi
Viola Ruocco
Addetti al Box Office del Ravello Festival
Caro Direttore,
sono un consulente della Fondazione Ravello. Sono entrato in staff nel 2003 e ne faccio ancora parte. Il mio contratto è rinnovato di anno in anno, ma non per questo mi definisco un "precario" quanto, piuttosto, un libero professionista che accetta di mettersi continuamente in gioco, secondo le regole definite della concorrenza. Regole oggettive, per inciso, che non precludono ad alcun soggetto - bianco o nero, di destra o di sinistra, bello o brutto- la strada di un'eventuale collaborazione con la Fondazione Ravello.
Non mi ritengo ricattabile dai miei interlocutori e, certamente, mai sono stato ricattato. Cose del genere attengono ad altri ambiti, evidentemente.
Non ho mai dovuto esibire amicizie, parentele o complicità per poter svolgere il mio lavoro. Tanto meno ne ho dovuto acquisire o rimuovere. Personalmente, ho sufficienti apertura e onestà intellettuale da consentirmi di privilegiare certe frequentazioni rispetto ad altre, a prescindere da calcoli di convenienza.
Detto ciò per amore di verità, auspico, comunque, che i penalizzati, i ricattati e i negletti di cui parla il Sindaco nel suo intervento vengano allo scoperto, denunciando con prove evidenti i soprusi subiti prima agli organi di controllo della Fondazione (i consigli di amministrazione e di indirizzo, in cui il Comune ha ampia e significativa rappresentanza) e poi, se necessario, anche alle autorità giudiziarie. Se così non fosse, si resterebbe nel campo delle calunnie o, nel migliore dei casi, della pura e colpevole mitomania.
Grazie per l'attenzione
Stefano Valanzuolo
DG Ravello Festival
Caro Direttore,
sono un consulente della Fondazione Ravello. Sono entrato in staff nel 2003 e ne faccio ancora parte. Il mio contratto è rinnovato di anno in anno, ma non per questo mi definisco un "precario" quanto, piuttosto, un libero professionista che accetta di mettersi continuamente in gioco, secondo le regole definite della concorrenza. Regole oggettive, per inciso, che non precludono ad alcun soggetto - bianco o nero, di destra o di sinistra, bello o brutto- la strada di un'eventuale collaborazione con la Fondazione Ravello.
Non mi ritengo ricattabile dai miei interlocutori e, certamente, mai sono stato ricattato. Cose del genere attengono ad altri ambiti, evidentemente.
Non ho mai dovuto esibire amicizie, parentele o complicità per poter svolgere il mio lavoro. Tanto meno ne ho dovuto acquisire o rimuovere. Personalmente, ho sufficienti apertura e onestà intellettuale da consentirmi di privilegiare certe frequentazioni rispetto ad altre, a prescindere da calcoli di convenienza.
Detto ciò per amore di verità, auspico, comunque, che i penalizzati, i ricattati e i negletti di cui parla il Sindaco nel suo intervento vengano allo scoperto, denunciando con prove evidenti i soprusi subiti prima agli organi di controllo della Fondazione (i consigli di amministrazione e di indirizzo, in cui il Comune ha ampia e significativa rappresentanza) e poi, se necessario, anche alle autorità giudiziarie. Se così non fosse, si resterebbe nel campo delle calunnie o, nel migliore dei casi, della pura e colpevole mitomania.
Grazie per l'attenzione
Stefano Valanzuolo
DG Ravello Festival
ho letto con attenzione la sua “precisazione sulle dichiarazioni apparse sul Corriere del Mezzogiorno” pubblicata il 6 marzo scorso sul sito di informazione Positanonews.
Ancora una volta ci etichetta (lo scrivente lavora da 3 anni nell’Ufficio Stampa del Ravello Festival ) come raccomandati politici che lavorano per la per una logica di bieca appartenenza politFondazione Ravello solo per “per una logica di bieca appartenenza politicaper una logica di bieca appartenenza politicauna logibieca appartenenza politicauna logica di bieca appartenenza politica”. Trovo veramente offensive le sue parole. Sono un’ offesa a chi ha fatto sacrifici, investito anni per acquisire competenze e maturare capacità indispensabili per lavorare a progetti di così grande levatura culturale. Come ben sa, non appartengo alla sua parte politica essendomi anche candidato, alle ultime elezioni amministrative nello schieramento a lei avverso. Oggi come allora, non condivido le sue idee ma questo non può essere una discriminante tale da offuscare l’onestà, la serietà e l’impegno che ho sempre profuso nel mio lavoro. Per arrivare a rivestire il ruolo che rivesto oggi, sicuramente indegnamente, nell’organizzazione del Ravello Festival ho seguito tutta la trafila che si impone ad un giovane che vuole collaborare nello staff della Fondazione: sono laureato, ho frequentato la Scuola di Management culturale della stessa Fondazione, sono partito per uno stage per mettermi alla prova in un ambiente diverso e di altissima professionalità e competitività. In breve, questo è stato il mio percorso formativo-lavorativo: laurea in Scienze Politiche conseguita brillantemente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, frequenza della Scuola di Management culturale della Fondazione Ravello nell’estate del 2006, incarico nello staff del Settore Comunicazione del Ravello Festival 2007 come addetto alla Promozione Locale (distribuire cartoline, programmi e occuparsi dei materiali pubblicitari non è certo un lavoro disonorevole), stage presso il settore Comunicazione e l’Ufficio stampa del Teatro Regio di Parma nei mesi di novembre e dicembre 2007, affiancamento al direttore di settore nell’edizione del 2008 del Festival, addetto stampa nell’edizione 2009. Dal 2007, anno del primo contratto retribuito, il sottoscritto è stato sempre riconfermato dai vari direttori che si sono susseguiti nel settore Comunicazione, in base al lavoro svolto e ai risultati raggiunti. Loro e solo loro portano sulle spalle questo peccato capitale di avermi fatto lavorare, (si badi bene non come dipendente ma sempre come lavoratore a progetto) nello staff del Ravello Festival.
Certo, se vuole soffermarsi alla mia candidatura del 2006 o al fatto che non appoggio la sua maggioranza o il suo partito politico, lo faccia pure ma, mi permetta, la sua risulta solo una strumentalizzazione bella e buona.
Per fortuna siamo in un paese democratico dove ognuno è libero di pensare con la propria testa e dire quello che vuole. La democrazia mi impone di rispettare il suo punto di vista ma mi permette anche di dissentire con forza e di prendere le distanze da un populismo che, nella storia, non ha certo scritto pagine degne di essere tramandate ai posteri.
Cordiali saluti.
Nicola Mansi – addetto stampa del Ravello Festival.
ho letto con attenzione la sua “precisazione sulle dichiarazioni apparse sul Corriere del Mezzogiorno” pubblicata il 6 marzo scorso sul sito di informazione Positanonews.
Ancora una volta ci etichetta (lo scrivente lavora da 3 anni nell’Ufficio Stampa del Ravello Festival ) come raccomandati politici che lavorano per la per una logica di bieca appartenenza politFondazione Ravello solo per “per una logica di bieca appartenenza politicaper una logica di bieca appartenenza politicauna logibieca appartenenza politicauna logica di bieca appartenenza politica”. Trovo veramente offensive le sue parole. Sono un’ offesa a chi ha fatto sacrifici, investito anni per acquisire competenze e maturare capacità indispensabili per lavorare a progetti di così grande levatura culturale. Come ben sa, non appartengo alla sua parte politica essendomi anche candidato, alle ultime elezioni amministrative nello schieramento a lei avverso. Oggi come allora, non condivido le sue idee ma questo non può essere una discriminante tale da offuscare l’onestà, la serietà e l’impegno che ho sempre profuso nel mio lavoro. Per arrivare a rivestire il ruolo che rivesto oggi, sicuramente indegnamente, nell’organizzazione del Ravello Festival ho seguito tutta la trafila che si impone ad un giovane che vuole collaborare nello staff della Fondazione: sono laureato, ho frequentato la Scuola di Management culturale della stessa Fondazione, sono partito per uno stage per mettermi alla prova in un ambiente diverso e di altissima professionalità e competitività. In breve, questo è stato il mio percorso formativo-lavorativo: laurea in Scienze Politiche conseguita brillantemente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, frequenza della Scuola di Management culturale della Fondazione Ravello nell’estate del 2006, incarico nello staff del Settore Comunicazione del Ravello Festival 2007 come addetto alla Promozione Locale (distribuire cartoline, programmi e occuparsi dei materiali pubblicitari non è certo un lavoro disonorevole), stage presso il settore Comunicazione e l’Ufficio stampa del Teatro Regio di Parma nei mesi di novembre e dicembre 2007, affiancamento al direttore di settore nell’edizione del 2008 del Festival, addetto stampa nell’edizione 2009. Dal 2007, anno del primo contratto retribuito, il sottoscritto è stato sempre riconfermato dai vari direttori che si sono susseguiti nel settore Comunicazione, in base al lavoro svolto e ai risultati raggiunti. Loro e solo loro portano sulle spalle questo peccato capitale di avermi fatto lavorare, (si badi bene non come dipendente ma sempre come lavoratore a progetto) nello staff del Ravello Festival.
Certo, se vuole soffermarsi alla mia candidatura del 2006 o al fatto che non appoggio la sua maggioranza o il suo partito politico, lo faccia pure ma, mi permetta, la sua risulta solo una strumentalizzazione bella e buona.
Per fortuna siamo in un paese democratico dove ognuno è libero di pensare con la propria testa e dire quello che vuole. La democrazia mi impone di rispettare il suo punto di vista ma mi permette anche di dissentire con forza e di prendere le distanze da un populismo che, nella storia, non ha certo scritto pagine degne di essere tramandate ai posteri.
Cordiali saluti.
Nicola Mansi – addetto stampa del Ravello Festival.
ho letto con attenzione la sua “precisazione sulle dichiarazioni apparse sul Corriere del Mezzogiorno” pubblicata il 6 marzo scorso sul sito di informazione Positanonews.
Ancora una volta ci etichetta (lo scrivente lavora da 3 anni nell’Ufficio Stampa del Ravello Festival ) come raccomandati politici che lavorano per la per una logica di bieca appartenenza politFondazione Ravello solo per “per una logica di bieca appartenenza politicaper una logica di bieca appartenenza politicauna logibieca appartenenza politicauna logica di bieca appartenenza politica”. Trovo veramente offensive le sue parole. Sono un’ offesa a chi ha fatto sacrifici, investito anni per acquisire competenze e maturare capacità indispensabili per lavorare a progetti di così grande levatura culturale. Come ben sa, non appartengo alla sua parte politica essendomi anche candidato, alle ultime elezioni amministrative nello schieramento a lei avverso. Oggi come allora, non condivido le sue idee ma questo non può essere una discriminante tale da offuscare l’onestà, la serietà e l’impegno che ho sempre profuso nel mio lavoro. Per arrivare a rivestire il ruolo che rivesto oggi, sicuramente indegnamente, nell’organizzazione del Ravello Festival ho seguito tutta la trafila che si impone ad un giovane che vuole collaborare nello staff della Fondazione: sono laureato, ho frequentato la Scuola di Management culturale della stessa Fondazione, sono partito per uno stage per mettermi alla prova in un ambiente diverso e di altissima professionalità e competitività. In breve, questo è stato il mio percorso formativo-lavorativo: laurea in Scienze Politiche conseguita brillantemente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, frequenza della Scuola di Management culturale della Fondazione Ravello nell’estate del 2006, incarico nello staff del Settore Comunicazione del Ravello Festival 2007 come addetto alla Promozione Locale (distribuire cartoline, programmi e occuparsi dei materiali pubblicitari non è certo un lavoro disonorevole), stage presso il settore Comunicazione e l’Ufficio stampa del Teatro Regio di Parma nei mesi di novembre e dicembre 2007, affiancamento al direttore di settore nell’edizione del 2008 del Festival, addetto stampa nell’edizione 2009. Dal 2007, anno del primo contratto retribuito, il sottoscritto è stato sempre riconfermato dai vari direttori che si sono susseguiti nel settore Comunicazione, in base al lavoro svolto e ai risultati raggiunti. Loro e solo loro portano sulle spalle questo peccato capitale di avermi fatto lavorare, (si badi bene non come dipendente ma sempre come lavoratore a progetto) nello staff del Ravello Festival.
Certo, se vuole soffermarsi alla mia candidatura del 2006 o al fatto che non appoggio la sua maggioranza o il suo partito politico, lo faccia pure ma, mi permetta, la sua risulta solo una strumentalizzazione bella e buona.
Per fortuna siamo in un paese democratico dove ognuno è libero di pensare con la propria testa e dire quello che vuole. La democrazia mi impone di rispettare il suo punto di vista ma mi permette anche di dissentire con forza e di prendere le distanze da un populismo che, nella storia, non ha certo scritto pagine degne di essere tramandate ai posteri.
Cordiali saluti.
Nicola Mansi – addetto stampa del Ravello Festival.
ho letto con attenzione la sua “precisazione sulle dichiarazioni apparse sul Corriere del Mezzogiorno” pubblicata il 6 marzo scorso sul sito di informazione Positanonews.
Ancora una volta ci etichetta (lo scrivente lavora da 3 anni nell’Ufficio Stampa del Ravello Festival ) come raccomandati politici che lavorano per la per una logica di bieca appartenenza politFondazione Ravello solo per “per una logica di bieca appartenenza politicaper una logica di bieca appartenenza politicauna logibieca appartenenza politicauna logica di bieca appartenenza politica”. Trovo veramente offensive le sue parole. Sono un’ offesa a chi ha fatto sacrifici, investito anni per acquisire competenze e maturare capacità indispensabili per lavorare a progetti di così grande levatura culturale. Come ben sa, non appartengo alla sua parte politica essendomi anche candidato, alle ultime elezioni amministrative nello schieramento a lei avverso. Oggi come allora, non condivido le sue idee ma questo non può essere una discriminante tale da offuscare l’onestà, la serietà e l’impegno che ho sempre profuso nel mio lavoro. Per arrivare a rivestire il ruolo che rivesto oggi, sicuramente indegnamente, nell’organizzazione del Ravello Festival ho seguito tutta la trafila che si impone ad un giovane che vuole collaborare nello staff della Fondazione: sono laureato, ho frequentato la Scuola di Management culturale della stessa Fondazione, sono partito per uno stage per mettermi alla prova in un ambiente diverso e di altissima professionalità e competitività. In breve, questo è stato il mio percorso formativo-lavorativo: laurea in Scienze Politiche conseguita brillantemente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, frequenza della Scuola di Management culturale della Fondazione Ravello nell’estate del 2006, incarico nello staff del Settore Comunicazione del Ravello Festival 2007 come addetto alla Promozione Locale (distribuire cartoline, programmi e occuparsi dei materiali pubblicitari non è certo un lavoro disonorevole), stage presso il settore Comunicazione e l’Ufficio stampa del Teatro Regio di Parma nei mesi di novembre e dicembre 2007, affiancamento al direttore di settore nell’edizione del 2008 del Festival, addetto stampa nell’edizione 2009. Dal 2007, anno del primo contratto retribuito, il sottoscritto è stato sempre riconfermato dai vari direttori che si sono susseguiti nel settore Comunicazione, in base al lavoro svolto e ai risultati raggiunti. Loro e solo loro portano sulle spalle questo peccato capitale di avermi fatto lavorare, (si badi bene non come dipendente ma sempre come lavoratore a progetto) nello staff del Ravello Festival.
Certo, se vuole soffermarsi alla mia candidatura del 2006 o al fatto che non appoggio la sua maggioranza o il suo partito politico, lo faccia pure ma, mi permetta, la sua risulta solo una strumentalizzazione bella e buona.
Per fortuna siamo in un paese democratico dove ognuno è libero di pensare con la propria testa e dire quello che vuole. La democrazia mi impone di rispettare il suo punto di vista ma mi permette anche di dissentire con forza e di prendere le distanze da un populismo che, nella storia, non ha certo scritto pagine degne di essere tramandate ai posteri.
Cordiali saluti.
Nicola Mansi – addetto stampa del Ravello Festival.
avete news??
O vi sentite offesi perché la vostra posizione di lavoratori precari è facilmente ricattabile dal Sig. di Rotello? Il sindaco nella sua dichiarazione”...Non mi accarezza nessuna furia distruttiva, anche perché comprendo l’ingiusta precarietà e ricattabilità di coloro che lavorano nell’attuale staff ..”, sembra avere molta premura nei giovani che lavorano alla Fondazione. Perché vi indignate, e di cosa? Vorreste dire che mai, e dico mai, nessuno è stato ricattato e non riassunto all'interno del Ravello Festival? Quale centralità avete voi tutti all'interno dello stesso? Il Ravello Festival, come la Fondazione, deve essere anche e sopratutto della città e dei ravellesi. Vi dovreste sentire indignati per questo e non per due righe dette dal sindaco! Il vostro sdegno, ma per democrazia lo dico, sa di persone di pessime qualità morali, per non dire altro!
vedo purtroppo che vi siete adagiati e montati un po' troppo la testa. siate un pò più umili
Vi rendete conto che Michele Cinque ha scritto che "le persone vanno in ogni caso rispettate"? Ma che dice? Basta è ora che vadano via i giapponesi e si prendano il posto i campanari poi saranno i giapponesi a far si che se ne vadano i campanari nell legge de "L'Eterno Ritorno" Nietche
Frenk, ritorniamo seri.. Please!!!
Inizia a raccogliere le firme e va a consegnare le liste... Altrimenti ti boicottano, e non c'è Berlusconi che tenga... Mi raccomando.. Confido in te!!!
Ps: registra il dominio, che te lo ciulano!!! E poi ti incazzi!
per quanto riguarda il box office mi sembra che i signori sono sostenitori di insieme per ravello quindi le favole andate a dirle a qualcun altro.
A chi hai pensato in questi cinque anni, se non a te stesso e a lavorare nel Ravello Festival.
Fammi un piacere, non candidarti più perchè io non ti voterò mai.
VERGOGNATI!!!