Il Coraggio, secondo il Professore

Vi è un coraggio che impone rispetto: la nobiltà dell’eroe, il talento dell’artista, la grandezza del genio, la sicurezza del chirur­go, il valore del professionista, l’intrapren­denza dell’imprenditore, la magnanimità di chi perdona. Vi è un coraggio che desta sor­presa: la sfrontatezza del dongiovanni, la spa­valderia dello spadaccino, la temerarietà del funambolo, la sicurezza del danzatore, il san­gue freddo dello scassinatore, l’abnegazione del soccorritore, il colpo d’occhio dell’inten­ditore, la stravaganza del dandy, la trattativa spericolata del commerciante, il bluff calcola­to del giocatore di poker. Vi è un coraggio che piglia in contropiede: l’impudenza del la­dro, la sfrontatezza dello scugnizzo, la spudo­ratezza della cortigiana, l’audacia dell’inna­morato, l’irriverenza del blasfemo. Vi è un coraggio che esige prudenza: la ri­solutezza dell’irresponsabile, l’ingegnosità dell'autodidatta, l’indiscrezione del saccen­te, l’improntitudine del temerario, l’irrive­renza dello smodato, la saccenteria dell’eru­dito, la superbia del primo della classe. E vi è un coraggio che merita disprezzo: l’arrogan­za del padrino, la presunzione dell’incompe­tente, la protervia del più forte, l’avventatez­za dell’ignorante, l’ingiuria del perfido, la faccia tosta dell’adulatore, la villania del ma­leducato, l’insolenza del guappo, la suppo­nenza dell’arrivato, l’illusione del vinto, la spocchia del vincitore.

Commenti

Anonimo ha detto…
Frank, sottolinea "E vi è un coraggio che merita disprezzo: l’arrogan­za del padrino, la presunzione dell’incompe­tente, la protervia del più forte, l’avventatez­za dell’ignorante, l’ingiuria del perfido, la faccia tosta dell’adulatore, la villania del ma­leducato, l’insolenza del guappo, la suppo­nenza dell’arrivato". SECONDO qualcuno INTELLIGENTI PAUCA.
Anonimo ha detto…
Io credo che non esiste un coraggio che può essere disprezzato. L’arrogan­za del padrino, la presunzione dell’incompe­tente, la protervia del più forte, l’avventatez­za dell’ignorante, l’ingiuria del perfido, la faccia tosta dell’adulatore, la villania del ma­leducato, l’insolenza del guappo, la suppo­nenza dell’arrivato: per me non sono forme di coraggio. E il professore dovrebbe averne lunga esperienza perchè è circondato da persone così ed egli stesso non è assolutamente immune da questi "slanci di coraggio".
Dalle sue parole si capisce la sua natura. Non si fa cenno, infatti, al coraggio di chi sa fare un passo indietro, di chi sa trovare il giusto equilibrio, di chi rifiuta gli adulatori, di chi investe nei giovani e nella comunità che gli hanno dato tanto ( e non solo in termini di mmagine), di chi sa farsi da parte, di chi ha capito che il proprio tempo è ormai finito.
Anonimo ha detto…
il coraggio di leccare...Ravello leck
Anonimo ha detto…
aiycw

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