Il rifiuto di Celestino V

L'abdicazione di Celestino V dalla carica pontificia suscita ancora oggi grande scalpore. In questo atto vi è chi vede solo una vile rinuncia dalle proprie responsabilità come, probabilmente, Dante, che pone Celestino V nell'Antinferno, dedicandogli i versi che lo identificano come: "colui che per viltade fece il gran rifiuto". Oppure chi, come Petrarca nel “De vita solitaria”, scorge in questo gesto sofferto e doloroso tutta la dignità di un uomo che rifiuta una carica per la quale, pur tenendola in altissima considerazione, non si sente adeguato.

Ma Ulisse non poteva rifiutare...
Poi però mi spiegate perchè.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ulisse dice di non essere Celestino V e di non poter fare il "gran rifiuto".
Non vorrei che si ispirasse a Machiavelli.
Ve lo ricordate? E' quello del
"fine giustifica i mezzi per ottenerlo".
In pratica, per raggiungere un risultato si è disposti ad utilizzare qualsiasi stratagemma e qualsiasi compromesso anche deprecabile!
Anonimo ha detto…
se hai le palle chiedilo direttamente al dott. Ulisse...

sei un bugiardo e vigliacco!!!
Francesco Zappia ha detto…
Bugiardo e vigliacco a chi ??

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