Anche Berlusconi contro i blog

Tutti i blogger ricorderanno il tentativo del governo Prodi di mettere il bavaglio alla rete, di censurare i blog e quindi di sottomettere l’ultimo baluardo della libertà di espressione, fondamentale affinchè un regime sia democratico. Era la Levi-Prodi. Che praticamente diceva che i blog dovevano essere considerati alla stregua delle testate giornalistiche, iscritte al R.O.C. e soggette alla legge sull’editoria. Praticamente il 99,9% dei blog avrebbe chiuso. Ebbene, anche il governo Berlusconi ci sta riprovando.

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I blogger sono di nuovo in pericolo. E questa volta il rischio vero di una censura è più alto. E come l’altra volta, anche ora c’è lo zampino di Levi. Levi è un pericolo per la democrazia. Vogliono tacitare la rete. Vogliono zittirci. Gli dà fastidio che esista un luogo veramente democratico in cui una persona si rifugia per conoscere, per sapere, per informarsi. In rete non esistono lobby. Vogliono infettarla. Non lo possiamo permettere. Non possiamo permettere che un blog sia considerato soggetto ad una legge sulla editoria. Innanzitutto perchè l’informazione è libera. Per dare una informazione ai cittadini non devo essere registrato da nessuna parte. Informazioni e saperi devono essere liberi. Il contrario avviene solo nei regimi dittatoriali. L’Italia sta cambiando, attenzione. Stiamo andando verso una deriva autoritaria. Sveglia. Vi rimando a questo post per saperne di più e per leggere gli articoli fondamentali della legge. No alla 1269 ammazza blog. Sì alla rete libera. Fate girare questa notizia. Tutti i blogger devono sapere. Citate la fonte e commentate numerosi

Ringrazio i gemelli Gallucci, per la segnalazione

Commenti

Anonimo ha detto…
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Non fa parte dell'articolo....
unideaxminori ha detto…
Decreto anti-Blog: Proposta di legge 1269

E’ straordinario questo paese, è meravigliosa soprattutto la scelta delle notizie che i media propinano al popolino. Stanno uccidendo l’informazione libera, la stanno soffocando, il cappio è intorno al collo, ora non resta che tirare. In Italia i telegiornali sono incentrarti solo sui delitti show, tipo Cogne e Garlasco, sul presidente “abbronzato” degli Stati Uniti, sulle cazzate senza fine del dittatorello e di quel coglione di Veltroni. E da far notare, specie a chi crede ancora nella favola della destra e della sinistra, come le leggi più riprovevoli sono approvate da entrambi gli schieramenti o comunque senza estremi ostacoli dell’opposizione di turno.
Solo un anno fa il governo Prodi, quindi di sinistra, approvava il Disegno di legge Levi-Prodi, che prevedeva per tutti i blog l’obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa. Si scatenò un putiferio, e il governo fu quasi costretto a fare retro-marce, in fine ritirò il disegno di legge.
E’ passato un anno, sono cambiati i personaggi ai vertici del potere, ora il governo del dittatorello Berlusconi fa fuoco fiamme. Tra il silenzio tombale dei mezzi d’informazione quel vecchio disegno di legge si aggira sotto altro nome nel nostro parlamento. Il nuovo nome è proposta di legge 1269, “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di editoria”.
Ecco i punti salienti della legge anti-blog:
Art. 2.(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Art. 8.(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
Tutti i blog rientrano nella categoria evidenziata dall’articolo 2. Difatti bastano dei semplici annunci di Google Adsense per fare Attività d’impresa, difatti è un’attività pubblicitaria “continuativa” che genera guadagni. Perciò ogni blogger dovrà iscriversi al ROC e potrà essere soggetto ad accuse di reati di stampa. Chi invece aggira la legge non registrandosi al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina e quindi perseguibile penalmente. Neache nel ventennio nero si era arrivato a tanto!!!
Soprattutto è una legge molto molto confusa, poco chiara, italian style direi. Così si possono fottere i fessi, ed invece i furbi, come sempre, possono farla franca.
Questa è l’Italia di oggi, un paese che si eccita per un presidente nero, un paese senza contenuti, belante, ruffiano, vigliacco e voltagabbana. Un paese dove chi lotta per i propri diritti è calpestato dalle forze dell’ordine: Val di Susa, Chiaiano, studenti etc. Tutto è demagogizzato e demonizzato. I politici spadroneggiano arricchendosi alle spalle della povere gente, vanno in tv, parlano di uso della forza, intimidiscono, fanno le prime donne, ma sono solo delle vecchie puttane.
Purtroppo se c’è da cercare un colpevole, lo potrete trovare in ognuno di noi. Se non lottiamo noi per i nostri diritti non lo farà nessuno. La speranza per il futuro non è un presidente di colore, ma la voglia di rivalsa, la voglia di futuro che nel nostro paese è venuta a mancare anni or sono. Il web è rimasta nel bene e nel male l’unico spazio libero per comunicare, se ci chiudono anche questo sarà dura lotta ve lo garantisco. Preveniamo questa dittatura prima che sia troppo tardi, prima che ci facciano diventare carne da macello…

di Italo Romano Oltre la Coltre


tratto da: http://www.oltrelacoltre.com/
Anonimo ha detto…
ECCO PERCHE' A BREVE EMILIANO AMATO TRASFORMA IL SUO BLOG IN GIORNALE ON LINE, LUI GIA' SAPEVA! MA CHIEDIAMOCI COME FA AD AVERE IL PATENTINO DI GIORNALISTA O DI PUBBLICISTA, DOVREBBE AVERE REMUNERAZIONE DA UNA TESTATA GIORNALISTICA PER GLI ARTICOLI CHE SCRIVE. E DOVE SCRIVE? E CHI LO PAGA? E LI DICHIARA STI SOLDI? MA LUI NON FA UN ALTRO LAVORO? VABBE' TANTO E' COPERTO DA QUALCHE CAMERATA(QUALCUNO DELL'INFORMAZIONE O DEL GOVERNO)
Anonimo ha detto…
Vedo che la mia vita privata e/o professionale interessa non poco a questo simpatico anonimo abbastanza conosciuta a Ravello che cerca continuamente di gettare fango sulla mia persona. Posso solo dire a questo frustrato, deluso della sua vita e delle sue scelte, di smetterla con queste azioni. Anche ieri sera l'ho incontrato e lui, come sempre, mi hai salutato. Guardandolo pensavo fosse davvero una persona seria, leale, intelligente. Ma a quanto pare, per nutrire ividia nei miei confronti, non lo è di certo.
Anonimo ha detto…
possiamo sapere il nomne di quest'anonimo.....che poi non è così anonimo???
grazie

Luciano Moggi
Anonimo ha detto…
Sant' Emiliano della Cogolla Monaco

12 novembre

Sec. VI

Martirologio Romano: Sulle alture della regione di Cogolla vicino a Berceo in Spagna, sant’Emiliano, sacerdote, che, dopo aver condotto vita eremitica e di chierico, professò infine quella monastica, rifulgendo per la generosità verso i poveri e lo spirito di profezia.
Anonimo ha detto…
Emiliano però tu non rispondi mai alle domande
Anonimo ha detto…
lui non risponde perchè è imbeccato, devono dirgli anche cosa pensare, quindi mentre analizzano la cosa, e mentre decidono cosa emiliano debba dire la domanda è già bella e andata.
Anonimo ha detto…
Su Positanonews dopo la lettera di Di Martino quella di De Masi
Anonimo ha detto…
EMILIANO CARO, HAI FATTO UN'ALTRA GRANDE FIGURA DI ..... HAI PUBBLICATO LA LETTERA DI SALVATORE DI MARTINO A DE MASI, SOLO UNA E QUELLA CHE TI FACEVA COMODO. SU POSITANONEWS C'E' L'INTERA TELENOVELA,COSI' TUTTI POTRANNO SAPERE COME STANNO VERAMENTE I FATTI....
EMILIA' VERGOGNATI, FAI SEMPRE QUELLO E CMQ NON MI SALUTARE SUL SERIOCHE E' MEGLIO!!!!!!!
Anonimo ha detto…
Viva Mikele 5, abbasso emiliano...........
Anonimo ha detto…
Sant’ Eugenio II di Toledo Vescovo

13 novembre

+ Toledo, Spagna, 657

Martirologio Romano: A Toledo in Spagna, sant’Eugenio, vescovo, che si adoperò per rinnovare la sacra liturgia.


Il primo vescovo di Toledo a portare il nome di Eugenio, astronomo e matematico, pare essere un personaggio non storico. Notizie invece assai più certe vi sono sul suo successore, Sant’Eugenio, goto di Spagna, fattosi monaco a Saragozza. Per sfuggire alla nomina episcopale si nascose in un cimitero, ma infine fu cosrtetto ad accettare la consacrazione.
Compose svariate opere poetiche in prosa ed in versi, alcune ancora conservate. Probabilmente fu inoltre musicista di talento, poiché tentò di migliorare la scarsa qualità dei canti liturgici del tempo. Amministrò con grande saggezza la sede episcopale affidatagli, lasciando impresso un profondo ricordo in tutti coloro che lo conobbero.
Alla sua morte, nel 657, gli succedette suo nipote Sant’Ildefonso. Il santo oggetto della presente non dev’essere confuso con alcuni suoi omonimi, in particolare quelli festeggiati sempre nel mese di novembre.

Auguri a Eugenio
unideaxminori ha detto…
No all'ammazza blog

La Rete è l’ultimo media libero rimasto in Italia. La politica lo sa e non rinuncia a sferrare il suo attacco dopo aver occupato giornali e televisioni. Mi ero dissociato a suo tempo dal disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) e l’estensione dei reati a mezzo stampa. I contenuti del disegno di legge Levi relativi alla Rete erano degni di una dittatura. Per fortuna il disegno di legge nel 2007 non passò e tutto sembrava rimanesse come prima. Senonché il 6 novembre scorso nel silenzio più assoluto questa proposta con un nuovo testo (C-1269) è stata assegnata, in sede referente, alla VII Commissione Cultura della Camera.

I contenuti e gli attacchi alla libertà di informazione non sono cambiati, eccetto qualche distinguo inutile, operato dallo stesso Levi, presente in questa seconda versione. Su questo disegno di legge non ci sarà nessun margine di discussione né con il centrodestra né con il centrosinistra. Qualora dovesse passare potrebbe dare come unico risultato la disobbedienza civile.
Riporto alcuni passi del disegno evidenziati da Punto Informatico :

“Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).

1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Qualsiasi blog rientra in questa definizione.

Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).

1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.”

E’ chiaro che la legge è stata fatta e modificata da chi non conosce la Rete oppure da chi la conosce troppo bene e proprio per questo la teme poiché la stragrande maggioranza dei blog contiene banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads. Questi blogger sarebbero dunque per l’Agenzia delle Entrate assimilabili ad “attività di impresa”, dovrebbero iscriversi quindi al ROC rischiando di intercorrere in reati di stampa o , se non lo facessero in quelli di stampa clandestina.

L’Italia dei Valori offrirà tutta l’assistenza legale a chi verrà perseguito per la sua violazione. Le regole vanno rispettate, ma non quelle che mettano a rischio la democrazia e siano palesemente anticostituzionali, e questo perché non sono regole ma abusi e soprusi Questo disegno di legge è pura censura. L’Italia dei Valori si attiverà da subito con una serie di iniziative contro questo disegno di legge liberticida facendo appello anche alle istituzioni internazionali e i media esteri.

da:http://www.antoniodipietro.com/2008/11/no_allammazza_blog.html
Anonimo ha detto…
CHE SUCCEDE A RAVELLO?? DUE CHE GESTISCONO UNA CASA D'APPUNTAMENTO.. UNO CHE DIVORZIA A CAUSA DELLA SUOCERA E FINISCE IN TELEVISIONE? E IN TUTTO QUESTO BAILAMME SILENZIO ASSOLUTO SULLA FONDAZIONE DUE..........AHIIIIII
Anonimo ha detto…
Ravellotyrico è stato vendicato. guardate Positanonews
Anonimo ha detto…
http://www.informagiovaniravello.blogspot.com/
Anonimo ha detto…
mic 5 e basta sei ridicolo
Anonimo ha detto…
Non tutti lo sanno ma da Domenica 16 novembre ad un anno esatto della nascita del Vescovado cambierà destinazione, trasformandosi in un sito internet di informazione regolarmente registrato presso il tribunale di Salerno. Quindi Emiliano di questa legge se ne fotte, perciò non parla e non commenta, tanto lui oramai non è più blogger.
Aspettate Domenica e vdrete!
Anonimo ha detto…
Emiliano un giornalista? Ma scusate i giornalisti possono fare politica? Insomma parla di se stesso? GRANDE! Scalfari farà il Presidente del Consiglio allora..
Anonimo ha detto…
Emiliano un giornalista? Ma scusate i giornalisti possono fare politica? Insomma parla di se stesso? GRANDE! Scalfari farà il Presidente del Consiglio allora..
Anonimo ha detto…
PECCATO!!!!!!!!!!!se ravellotyricon fosse ancora aperto sarebbe il blog + cliccato d'italia.
........tra carteggi e case pagate 4soldi............
Anonimo ha detto…
TRATTO DA unideaxminori
Cose di casa della Costa
Pubblichiamo uno stralcio dell'articolo dell'Espresso: "Che furbetto quel Brunetta" a firma di E. Fittipaldi e M.Lillo
"...Anche il buen retiro di Ravello ( di fianco una veduta della casa)è stato un affare immobiliare da Guinness. Brunetta, che si autodefinisce "un genio", diventa improvvisamente modesto quando passa in rassegna i suoi possedimenti campani. "Una proprietà scoscesa", ha definito questa splendida villa di 210 metri quadrati catastali immersa in 600 metri di giardino e frutteto. Seduto nel suo patio il ministro abbraccia con lo sguardo il blu e il verde, Ravello e Minori. Per comprare i ruderi che ha poi ristrutturato ha speso 65 mila euro tra il 2003 e il 2005. "Quanto?", dice incredula Erminia Sammarco, titolare dell'agenzia immobiliare Tecnocasa di Amalfi: "Mi sembra impossibile: a quel prezzo un mio cliente ha venduto una stalla con un porcile". Oggi un rudere di 50 metri quadri costa circa 350 mila euro, e una villa simile a quella dell'economista supera di gran lunga il milione di euro. Il ministro ha certamente speso molto per la pregevole ristrutturazione, tanto che ha preso un mutuo da 300 mila euro poco dopo l'acquisto del 2003 che finirà di pagare nel 2018, ma ha indubbiamente moltiplicato l'investimento iniziale.
Ma come si fa a trasformare una catapecchia senza valore in una villa di pregio? 'L'espresso' ha consultato il catasto e gli atti pubblici scoprendo così che Brunetta ha comprato due proprietà distinte per complessivi sette vani catastali, affidando i lavori di restauro alla migliore ditta del luogo. Dopo la cura Brunetta, al posto dei ruderi si materializza una villetta su tre livelli su 172 metri quadrati più dépendance, rifiniture in pietra e sauna in costruzione. Per il catasto, invece, l'alloggio passa da civile a popolare. In compenso, i sette vani sono diventati 12 e mezzo. Come è stata possibile questa lievitazione? "Diversa distribuzione degli spazi interni", dicono le carte. La signora Lidia Carotenuto, che fino al 2002 era proprietaria del piano inferiore, ricorda con un po' di malinconia: "La mia casa era composta di due stanzette, al massimo saranno stati 40 metri quadrati e sopra c'era un altro appartamento (che misurava 80 metri catastali, ndr) in rovina. So che ora il Comune di Ravello sta costruendo una strada che passerà vicino all'abitazione del ministro. Io non avrei venduto nulla se l'avessero fatta prima...". A rappresentare Brunetta nell'atto di acquisto della dépendance nel 2005 è stato il geometra Nicola Fiore, che aveva seguito in precedenza anche le pratiche urbanistiche. Fiore era all'epoca assessore al Bilancio del comune, guidato dal sindaco Secondo Amalfitano, del Partito democratico. I rapporti con il primo cittadino è ottimo: Brunetta entra nella Fondazione Ravello. E quest'anno, dopo le elezioni, Amalfitano fa il salto della barricata, entra nel Pdl e lascia la Costiera per Roma dove viene nominato suo consigliere ministeriale. ..."
L'Espresso ha anche pubblicato la documentazione relativa: http://speciali.espresso.repubblica.it//ravello_brunetta/index.html
Per leggere l'articolo completo: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037//0
Anonimo ha detto…
Santi Nicola Tavelic, Stefano da Cuneo, Deodato Aribert da Ruticinio e Pietro da Narbona Sacerdoti francescani, martiri

14 novembre

† Gerusalemme, 14 novembre 1391

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Gerusalemme, santi Nicola Tavelic, Deodato Aribert, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbonne, sacerdoti dell’Ordine dei Minori e martiri, che furono arsi nel fuoco per aver predicato coraggiosamente nella pubblica piazza la religione cristiana davanti ai Saraceni, professando con fermezza Cristo Figlio di Dio.


Le loro storie personali di francescani missionari, s’intrecciarono nel 1383, quando provenienti da diversi luoghi d’Europa, confluirono nel convento francescano di Mont Sion in Palestina, dove l’Ordine di S. Francesco è da secoli “Custode dei Luoghi Santi” del cristianesimo.
I Frati Minori, Nicola Tavelic, Deodato Aribert da Ruticinio, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbona, si ritrovarono nel suddetto convento francescano, dove per otto anni vissero secondo la Regola di san Francesco, lavorando nei compiti loro affidati, per la custodia dei Luoghi Santi della vita e morte di Gesù, e cercando di fare apostolato nel mondo musulmano, dove Mont Sion era praticamente come un’isoletta in mezzo ad un mare di islamici.
Con i musulmani, fare apostolato era praticamente infruttuoso, visto la radicalizzazione della loro fede, poco aperta al dialogo interreligioso.
Ciò nonostante i quattro Frati Minori, decisero di portare il Vangelo ai maomettani, esponendo pubblicamente le tesi del cristianesimo, confrontandole con quelle islamiche e dopo essersi consultati con due teologi, prepararono una memoria in cui, in modo dettagliato e ricca di riferimenti storici e teologici, esponevano meticolosamente la dottrina cristiana confutando l’islamismo.
L’11 novembre 1391, si recarono davanti al Cadì (giudice) di Gerusalemme e alla presenza anche di molti musulmani, esposero leggendo, il loro elaborato con grande coraggio. Sebbene ascoltati attentamente, ciò non fu accettato dai presenti, andati alla fine in escandescenze e quindi furono invitati a ritirare quello che avevano detto; i quattro frati rifiutarono e pertanto vennero condannati a morte; per tre giorni furono rinchiusi in carcere dove subirono sevizie di ogni genere.
Il 14 novembre ricondotti in piazza, fu di nuovo loro richiesto di ritrattare quanto detto contro l’Islam, al nuovo rifiuto vennero ammazzati, fatti a pezzi e bruciati; i musulmani fecero scomparire ogni resto, anche le ceneri, per evitare che fossero onorati dai cristiani.
Il loro martirio fu descritto minuziosamente in una relazione del ‘Custode’ di Terra Santa, padre Geraldo Calveti, già due mesi dopo la loro morte.
Il culto nell’Ordine Francescano, risale sin dal XV sec., papa Leone XIII nel 1889, confermò il culto del solo Nicola Tavelic, il capogruppo, il quale ebbe grande venerazione in Jugoslavia sua patria.
Nel 1966, papa Paolo VI confermò il culto anche per gli altri tre martiri francescani, fissando la loro festa al 17 novembre; ma nel Martirologio Francescano la data rimase quella della loro morte (dies natalis) cioè il 14 novembre
Lo stesso papa Paolo VI, il 21 giugno del 1970 a Roma, li elevò agli onori degli altari proclamandoli santi; la loro celebrazione liturgica è stata portata per tutti al 14 novembre, e inseriti nel Martirologio Romano alla stessa data; sono i primi santi martiri della Custodia di Terra Santa.

Nicola Tavelic
Primo santo della Nazione Croata, Nicola Tavelic, nacque verso il 1340 a Sebenico, in Dalmazia; adolescente entrò fra i Frati Minori di s. Francesco, divenuto sacerdote fu missionario in Bosnia, insieme a padre Deodato da Ruticinio, dove per circa 12 anni predicò contro i bogomili, setta eretica che in Bosnia aveva la sua roccaforte (essi contrapponevano il mondo dello spirito a quello della materia, considerato espressione della forza del male; negavano la Trinità, la natura umana di Cristo, l’Antico Testamento, non riconoscevano i riti e i sacramenti del battesimo e matrimonio, né la gerarchia ecclesiastica).
Poi nel 1383, insieme al francese padre Deodato Aribert da Ruticinio, fu inviato alla Missione palestinese di Mont Sion a Gerusalemme, dove incontrò gli altri due futuri compagni di martirio, padre Stefano da Cuneo e padre Pietro da Narbona, francese.

Deodato da Ruticinio (Diodato Aribert)
Deodato da Ruticinio, era francescano dalla Provincia d’Aquitania, non si conosce la data di nascita, probabilmente anche lui intorno al 1340.
Il suo paese di nascita, che in latino viene chiamato Ruticinio, è stato identificato da alcuni con l’odierna città francese di Rodez, mentre qualche altro indica il Roussillon, regione storica della Francia meridionale, che però a quel tempo dipendeva dalla Catalogna.
Nel 1372 fu inviato come missionario in Bosnia, dove conobbe padre Nicola Tavelic, con cui si legò da sincera amicizia, predicando insieme contro i bogomili; nel 1383 con il confratello, fu destinato al convento francescano di Mont Sion a Gerusalemme, dove incontrò anche i padri Stefano da Cuneo e Pietro da Narbona suo connazionale.

Pietro da Narbona
Tutto ciò che si conosce di questo francescano martire, è che era della Provincia francescana di Provenza, nella Francia meridionale, da dove ad un certo punto, scese in Italia, attratto dalla Riforma dell’Osservanza francescana, avviata in Umbria nel 1368, dal beato Paolo o Paoluccio Trinci da Foligno (1309-1391).
Trascorse nell’eremo umbro di Brogliano, posto tra Foligno e Camerino, una quindicina d’anni, vivendo in preghiera e meditazione la spiritualità di san Francesco.
Nel 1381 partì come missionario in Terra Santa, accolto nel convento di Mont Sion a Gerusalemme e dove poi incontrò nel 1383 Nicola Tavelic, Deodato da Ruticinio, suo connazionale e Stefano da Cuneo; coi quali subirà poi il martirio in modo orribile, il 14 novembre 1391.

Stefano da Cuneo
Ben poco si sa del santo francescano martire a Gerusalemme, Stefano da Cuneo, ricavandolo dalla preziosa ‘Relazione’ fatta dal padre Guardiano del convento di Mont Sion, sul martirio dei quattro sacerdoti appartenenti a quel convento della Custodia di Terra Santa.
Padre Stefano da Cuneo, era della Provincia francescana di Genova e aveva trascorso otto anni nella vicaria in Corsica, prima di essere trasferito a Gerusalemme nel 1383, dove poté svolgere la sua attività apostolica fra i musulmani per altri otto anni, prima del martirio, subito insieme ai confratelli francesi Deodato da Ruticinio e Pietro da Narbona ed il croato Nicola Tavelic.
La città d’origine del santo francescano, Cuneo, sembra dubbia, perché uno storico rinascimentale, asserì di aver raccolto una tradizione locale, che lo faceva nativo di Fiumorbo in Corsica, specificando della famiglia Prunelli.
Sarà pure, ma il martire è conosciuto da ben 600 anni come Stefano da Cuneo.
Anonimo ha detto…
L'anonimo agiografo (se non sa cosa significa agiografo gli consiglio di consultare la bibliografia in merito) si diverte a proporre costantemente figure di santità talora associate ad onomastici ravellesi, talaltra al semplice emerologio girnaliero. E' nato per caso un nuovo bollandista?
( Anche per questo termine consiglio vivamente di consultare, qualore non fosse a conoscenza del significato,una buona bibliografia)
Grazie
Anonimo ha detto…
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037//0



Giapponesi tutti appesi...avete creato un mostro che è secondo amalfitano. Ha svenduto un paese per i propri interessi, regalando case a presunti ministri, che quando arriva a ravello fa il signore sulle nostre spalle...negli anni si è sempre proclamato palatino dell'abusivismo, per poi far triplicare la proprieta del nanetto...eppoi la colpa e di di martino & co.

Nicola FIORE bella figura di merda che hai fatto...vergognati!!!!
Anonimo ha detto…
si vede che nn conoscete com'era la casa e com'è ora...nn è statp fatto nessun abuso edilizio, ma sono solo stati sistemati meglio gli spazi, trasformando un vecchio rudere in una bellissima abitazione.

prima di parlare accende il cervelle...sempre se lo avete
Anonimo ha detto…
spiegaci allora come si fa a passare da 7 vani a 12 senza fare aumento di volumetria, che non è permesso, forse ha chiamato come architetto Gesu' che ha fatto la moltiplicazione dei pani e dei pesci!!??
allora istituiamolo come luogo di pellegrinaggio per poter vedere da vicino il miracolo e quindi anche noi scettici ci ricrederemmo.
Se poi mi spieghi cosa si fa nell'ufficio tecnico di Ravello, che le richieste avanzano solo se presentate da alcuni, ed anche dal geometra citato nell'articolo, allora è tutto spiegato. Un giorno dovranno fare dei controlli ed allora ne leggeremo delle belle su ravello, ma per tutti nessuno escluso perche tutti hanno fatto i cazzi loro.
Anonimo ha detto…
Guarda che è semplicissimo.

Ora ti faccio un esempio banalissimo:
prendi un foglio di carta, piegalo a metà, ti ritrovi con due parti divise, ora piega ancora il foglio a metà, ti ritroverai con 4 parti. ora piega ancora il foglio a meta, ti ritrovi 8 parti, piegalo ancora a metà e ti ritrovi 16 parti... ecco fatto più semplice di questo non si può. Così si passa a più vani senza effettuare aumenti di volume, e come dividere in due una stanza. Facendo così aumenti il numero di vani però riduci la dimensione di ogni vano...

Non sono ne architetto ne geometra...questa è semplice logica...basta attivare il cervello e guardare ciò che ti circonda senza i paraocchi!!!
Anonimo ha detto…
spiegaci anche come si fa a trasformare due unità immobiliari in una?????
Anonimo ha detto…
Sant' Alberto Magno Vescovo e dottore della Chiesa

15 novembre - Memoria Facoltativa

Lauingen (Baviera), 1206 circa - Colonia, 15 novembre 1280

Alberto, filosofo e teologo, assiduo ricercatore dell'incontro fra la scienza e la fede. Domenicano, dottore della scolastica, insegnò nelle più celebri cattedre del suo tempo e a Parigi ebbe come suo discepolo San Tommaso d'Aquino. Vescovo di Ratisbona per due anni (1260-1262), fu promotore di pace della vita civica e sociale. (Mess. Rom.)

Patronato: Scienziati
Etimologia: Alberto = di illustre nobiltà, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Sant’Alberto, detto Magno, vescovo e dottore della Chiesa, che, entrato nell’Ordine dei Predicatori, insegnò a Parigi con la parola e con gli scritti filosofia e teologia. Maestro di san Tommaso d’Aquino, riuscì ad unire in mirabile sintesi la sapienza dei santi con il sapere umano e la scienza della natura. Ricevette suo malgrado la sede di Ratisbona, dove si adoperò assiduamente per rafforzare la pace tra i popoli, ma dopo un anno preferì la povertà dell’Ordine a ogni onore e a Colonia in Germania si addormentò piamente nel Signore.

Auguri! Buon onomastico a tutti gli Alberto
Anonimo ha detto…
La casa è una sola, l'altro immobile è una dependance!!! p tutta un'altra cosa
Anonimo ha detto…
Il ministro Prestigiacomo si è smarrito nel Parco del Cilento

Repubblica — 14 novembre 2008 pagina 1 sezione: NAPOLI
Mi permetto di segnalare al ministro Brunetta, che ha intrapreso una meritevole guerra contro i fannulloni e a favore della meritocrazia, un caso che è sotto i suoi occhi, scandaloso e insolente. A gennaio l' allora ministro dell' Ambiente e il tuttora governatore della Regione Campania mi nominarono presidente del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, secondo parco d' Italia per estensione, con oltre 90 Comuni, tra zone principali e aree contigue. Poco dopo il governo di centrosinistra cadde e fu sostituito dall' attuale governo di centrodestra. Ritenni perciò corretto rimettere il mio mandato nelle mani del nuovo ministro, onorevole Prestigiacomo. Sarei rimasto alla presidenza solo se anche lei mi avesse esplicitamente confermato. Dopo 64 giorni, il 15 luglio, il ministro mi ha telefonato per chiedermi le dimissioni, dal momento che, secondo sue informazioni, «tutto il Cilento era contro di me». Le dissi che era male informata e che, comunque, le avrei subito mandato le mie dimissioni. Nei pochi mesi di presidenza non me ne ero stato con le mani in mano. Non potete immaginare quante cose si possono fare in pochi mesi, se avete delle idee chiare e se avete un gruppo di collaboratori motivati. Basta una squadra di sei o sette persone intelligenti e motivate per cambiare il destino di un' intera regione e le teste della sua gente. Se Cristo non si fosse fermato a Eboli, avrebbe fatto cose da pazzi ad Agropoli e a Sapri. Certo è che, alla notizia delle mie dimissioni, gli albergatori del Parco minacciarono una serrata; novemila cittadini - compreso il presidente della Provincia e innumerevoli sindaci - firmarono una petizione; molti consigli comunali votarono delibere in mio favore. entinaia di persone da tutta Italia parteciparono a un blog con cui si chiedeva al ministro di respingere le mie dimissioni; alcuni Comuni mi offrirono la cittadinanza onoraria. Ricordate qualcosa di analogo in tutta la storia del Mezzogiorno? Avreste potuto immaginare che il ministro si ricredesse. Invece preferiva tacere. Tacere non solo sul Parco, ma su tutto. Mentre Tremonti rivoluzionava l' economia, mentre la Gelmini rivoluzionava la scuola, mentre Brunetta rivoluzionava l' Amministrazione, mentre la Carfagna rivoluzionava l' etica, la Prestigiacomo taceva, silenziosa e inerte. Di lei non si sa neppure se, furtivamente, scendesse a prendere un cappuccino o se, furbescamente, di tanto in tanto si desse malata. E, insieme al ministro, restava fermo anche il Parco, inchiodato alla sua normale amministrazione. Ma cosa volete che sia il destino di novanta paesi del Sud di fronte all' agenda di un ministro, fitta di sedute dal parrucchiere, di prove in sartoria, di cocktail ai vernissage? Passavano così altri 99 giorni prima che il ministro desse qualche nuovo segno di vita con un decreto in cui, vista la legge x, visto il decreto y, vista la nota z, si accettavano le mie dimissioni. La presidenza di un Parco non è cosa di poco conto: ne dipende l' efficienza di tutto il sistema, la velocità con cui si allocano le risorse e si realizzano le opere; ne dipende l' umore e il comportamento di un' area vasta quanto una regione; ne dipende il destino civile di centinaia di migliaia di cittadini. è legittimo immaginare che, rimosso un presidente, in 24 ore se ne faccia un altro, già in pectore. E invece no: dopo 163 giorni di titubanze, ne sono passati altri 20. Il ministro tace, il Cilento e il Vallo di Diano aspettano. Del resto, hanno aspettato millenni, dai tempi di Parmenide; perché dovrebbero darsi una mossa proprio ai tempi della Prestigiacomo? E, invece, esiste un perché. Rispetto ai tempi di Zenone, oggi c' è il ministro Brunetta. Vuoi vedere che, mentre lui insegue i piccoli fannulloni di Abbiategrasso e di Canicattì, una fannullona mastodontica si è intrufolata proprio al suo fianco, in Consiglio dei ministri? Vuoi vedere che sia necessario mettere i tornelli anche a Palazzo Chigi? Se 183 giorni di assenteismo di un cancelliere o di un copista costano allo Stato migliaia di euro, quanto costano 183 giorni di assenza di un ministro? Se poi il ministro Brunetta accertasse che il ministro Prestigiacomo non ha fatto un solo giorno di malattia e non è scesa neppure una volta a bere un cappuccino, allora significa che la sua inerzia non dipende dall' assenza del corpo ma dall' assenza dell' anima. In tal caso, la faccenda si fa drammatica sia per il Cilento che per il cosiddetto governo centrale. - DOMENICO DE MASI
Anonimo ha detto…
Non capisco tutta questa meraviglia per un servizio su un Ministro, i personaggi pubblici dovrebbero essere abituati a queste critiche e non rispondere minacciando querele. Questo dimostra il personaggio e la politica in cui siamo finiti
Anonimo ha detto…
Santa Margherita di Scozia Regina e vedova

16 novembre - Memoria Facoltativa

Ungheria, circa 1046 - Edimburgo, Scozia, 16 novembre 1093

Figlia di Edoardo, re inglese in esilio per sfuggire all'usurpatore Canuto, Margherita nacque in Ungheria intorno al 1046. Sua madre, Agata, discendeva dal santo re magiaro Stefano. Quando aveva nove anni suo padre potè tornare sul trono; ma presto dovette fuggire ancora, questa volta in Scozia. E qui Margherita a 24 anni fu sposa del re Malcom III, da cui ebbe sei figli maschi e due femmine. Il Messale romano la descrive come «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». Si racconta che il re non sapesse leggere e avesse un grande rispetto per questa moglie istruita: baciava i libri di preghiera che la vedeva leggere con devozione. Caritatevole verso i poveri, gli orfani, i malati, li assisteva personalmente e invitava Malcom III a fare altrettanto. Già gravemente ammalata ricevette la notizia dell'uccisione del marito e del figlio maggiore nella battaglia di Alnwick: disse di offrire questa sofferenza come riparazione dei propri peccati. Morì a Edimburgo il 16 novembre 1093. (Avvenire)
Etimologia: Margherita = perla, dal greco e latino
Martirologio Romano: Santa Margherita, che, nata in Ungheria e sposata con Malcolm III re di Scozia, diede al mondo otto figli e si adoperò molto per il bene del suo regno e della Chiesa, unendo alla preghiera e ai digiuni la generosità verso i poveri e offrendo, così, un fulgido esempio di ottima moglie, madre e regina.


Nel suo celebre quadro, rappresentante il Paradiso, il Beato Angelico pose fra molti frati, anche un Re e una Regina, volendo significare che la corona reale può unirsi felicemente all'aureola della santità.
La Santa di oggi fu infatti Regina di Scozia, e Regina abbastanza fortunata, fatto insolito questo, perché le altre coronate, si santificarono quasi sempre attraverso la disgrazia, l'umiliazione e l'infelicità.
Molte sono le Margherite di sangue reale iscritte nel Calendario cristiano: Margherita figlia del Re di Lorena, benedettina del XIII secolo; Margherita figlia del Re d'Ungheria, domenicana dello stesso secolo; Margherita figlia del Re di Baviera, vedova del XIV secolo; Margherita di Lorena, allevata come figlia del Re Renato d'Angiò; alle quali si potrebbero aggiungere Margherita dei Duchi di Savoia e Margherita dei Conti Colonna.
Quella di oggi nacque nel 1046, nipote di Edmondo 11, detto Fianchi di Ferro, e figlia di Edoardo, rifugiatosi in terra straniera per sfuggire a Canuto, usurpatore del trono d'Inghilterra.
Sua madre, Agata, sorella della Regina d'Ungheria, discendeva dal Re Santo Stefano. Morto l'usurpatore Canuto, Edoardo poteva tornare in Inghilterra, quando Margherita non aveva che 9 anni, ma dopo qualche tempo, la famiglia reale dovette fuggire ancora, in Scozia, dove il Re Malcom III chiese la mano di Margherita, che a ventiquattro anni s'assideva così sul trono di Scozia.
Ebbe sei figli maschi e due femmine, che educò amorosamente e che non le diedero mai nessun dolore. Suo marito non era né malvagio né violento, soltanto un po' rude e ignorante. Non sapeva leggere, ed aveva un grande rispetto per la moglie istruita. Baciava i libri di preghiera che le vedeva leggere con devozione; chiedeva costantemente il suo consiglio.
Ella non insuperbì per questo. Si mantenne discreta, rispettosa e modesta. E caritatevole verso i poveri, gli orfani, i malati, che assisteva e faceva assistere al Re. Per la Scozia non corsero mai anni migliori di quelli passati sotto il governo veramente cristiano di Malcom III e di Margherita, la quale, benvoluta dai sudditi, amata dal marito, venerata dai figli, dedicava tutta la sua vita al bene della sua anima e al benessere degli altri.
Non avendo dolori propri, cercò di lenire quelli degli altri; non avendo disgrazie familiari o dinastiche, cercò di soccorrere gli altri disgraziati, non conoscendo né, miseria né mortificazioni, cercò di consolare i miseri e gli umiliati. E accolse con animo lieto l'unica brutta notizia, che le giunse sul letto di morte. Il marito ed un figlio erano caduti combattendo in una spedizione contro Guglielmo detto il Rosso. A chi, con cautela, cercava di attenuare la crudeltà della notizia, Margherita fece capire di averla già avuta. E ringraziò Dio di quel dolore che le sarebbe servito a scuotere, nelle ultime ore, i peccati di tutta la vita.
Ciò non significava disamore e insensibilità verso il marito e il figlio morti. Ella sperava, anzi ne era certa, di riunirsi a loro, dopo quel doloroso passo, oltre la porta della morte, nella luce della Redenzione.

Auguri a tutte le Margherita
Anonimo ha detto…
Sant' Elisabetta d'Ungheria Religiosa

17 novembre

Presburgo, Bratislava, 1207 - Marburgo, Germania, 17 novembre 1231

Figlia di Andrea, re d'Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, ebbe una vita breve. Nata nel 1207, fu promessa in moglie a Ludovico figlio ed erede del sovrano di Turingia. Sposa a quattordici anni, madre a quindici, restò vedova a 20. Il marito, Ludovico IV morì ad Otranto in attesa di imbarcarsi con Federico II per la crociata in Terra Santa. Elisabetta aveva tre figli. Dopo il primogenito Ermanno vennero al mondo due bambine: Sofia e Gertrude, quest'ultima data alla luce già orfana di padre. Alla morte del marito, Elisabetta si ritirò a Eisenach, poi nel castello di Pottenstein per scegliere infine come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece edificare a proprie spese un ospedale, riducendosi in povertà. Iscrittasi al terz'ordine francescano, offrì tutta se stessa agli ultimi, visitando gli ammalati due volte al giorno, facendosi mendicante e attribuendosi sempre le mansioni più umili. La sua scelta di povertà scatenò la rabbia dei cognati che arrivarono a privarla dei figli. Morì a Marburgo, in Germania il 17 novembre 1231. È stata canonizzata da papa Gregorio IX nel 1235. (Avvenire)

Patronato: Infermieri, Società caritatevoli, Fornai, Ordine Francescano Secolare
Etimologia: Elisabetta = Dio è il mio giuramento, dall'ebraico
Emblema: Cesto di pane

Martirologio Romano: Memoria di santa Elisabetta di Ungheria, che, ancora fanciulla, fu data in sposa a Ludovico, conte di Turingia, al quale diede tre figli; rimasta vedova, dopo aver sostenuto con fortezza d’animo gravi tribolazioni, dedita già da tempo alla meditazione delle realtà celesti, si ritirò a Marburg in Germania in un ospedale da lei fondato, abbracciando la povertà e adoperandosi nella cura degli infermi e dei poveri fino all’ultimo respiro esalato all’età di venticinque anni.
Anonimo ha detto…
17 novembre 2008 - 11:29
"I fannulloni sono di sinistra"


Brunetta continua la sua crociata contro sprechi e inefficienze nella pubblica amministrazione. Nel mirino del ministro, questa volta, Cgil ed estrema sinistra, rei di remare contro le riforme. Epifani insorge: "Che lo provi, altrimenti è un bugiardo"

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