La mafia uccide, il silenzio pure

Una grande folla, seimila persone, è scesa in strada per ricordare Peppino Impastato a 30 anni dall'omicidio dell'ex militante di Dp, assassinato dai mafiosi di don Tano Badalamenti. "Fra Terrasini e Cinisi non si era mai vista una manifestazione antimafia così nutrita", ha detto il fratello, Giovanni. Il corteo ha ripercorso l'ultimo tragitto fatto da Impastato con la sua auto la notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978.
Dietro lo striscione con scritto ''La mafia uccide il silenzio pure'' il corteo è partito da corso Emanuele a Terrasini. Dalla vecchia sede di "Radio Aut" i partecipanti hanno raggiunto Cinisi, davanti all'abitazione natale di Peppino Impastato. Fra la folla anche l'ex leader di Dp, Mario Capanna. Presenti anche i gonfaloni dei comuni di Cinisi e di Gela.
''Cinisi - ha detto il sindaco Salvatore Palazzolo - ha fatto una scelta antimafia chiara, non è più dalla parte di Tano Badalamenti, ma si riconosce in Peppino Impastato''.
''E' un giorno di ricordo e di festa. Sto vedendo migliaia di persone'', ha aggiunto Giovanni Impastato.
Nonostante avesse annunciato la sua partecipazione, non c'era, invece, Walter Veltroni, e la sua assenza non è piaciuta proprio a Impastato. ''No, non ho sentito Veltroni, e mi dispiace che non sia qui, credo che abbia ritenuto opportuno non partecipare perché rispetto all'anno scorso qualcosa è cambiato'', si è limitato a dire.

Commenti

Anonimo ha detto…
ravello ppù per sempre ppù anch'io
Anonimo ha detto…
FELICI NEL PAESE DELLE… MER..

C’era una volta, in un vecchio paesino di collina, una lotta tra due signori: il primo e ilsecondo; solo che il primo voleva essere primo e il secondo se pur secondo voleva a tutti i costi anch’esso essere primo ma comunque secondo.

Il secondo che si era laureato in volperia presso una famosa scuola sorrentino cercò di allearsi al primo per distruggere la scuola, in modo tale che nessuno più di lui fosse ammaestrato da questa scuola, e ci riuscì.
“Ora però tocca sorpassare il primo” pensò il secondo grattandosi la barba mezza bianca e mezza nera, e fu così che incominciò a sparlare del primo e a far sorgere nell’animo della gente una rabbia fratricida.

Il secondo aveva sentito che anni prima, in un paese lontanissimo, un tale aveva venduto un suo amico per trenta monete d’oro facendolo arrestare, allora studiò la situazione e mise in pratica lo stratagemma, ma dato che quel tale dopo si pentì e si impiccò, lui intermise un'altra povera persona in modo tale da non avere pene, e così finalmente diventò primo.

Intanto il paese si divise in due gruppi e non badavano più a loro stessi ma si alienavano ai loro capi fin tanto che si odiavano addirittura tra fratello e fratello e tra padre e figlio, non accorgendosi che i loro propri interessi venivano sovrastati dall’odio.

Approfittando della situazione creatasi, si fa avanti dalla capitale un tipo, con un tale grosso naso negli affari suoi, che lo soprannominarono "de nasi" il quale definiva tutti ignoranti e si faceva largo tra l’odio delle due fazioni derubando, come uno sciacallo, la dignità e i tesori di tutto il popolo, facendo credere loro che era un benefattore e regalava al popolo un anfiteatro dove si potevano esercitare a diventare dei bravi gladiatori, pensando:"così alla fine ne resterà solo uno ………"..(lui)

Il primo che oramai era diventato il numero due,prosciolto dalle accuse, studia e ristudia e….. si costruì un fantoccio, che a dir il vero non gli venne poi cosi bene, e all’approssimarsi di una nuova battaglia mandò avanti il fantoccio e lui dietro con altri soldatini, dopo una cruenta battaglia il primo diventò di nuovo primo.

Il fantoccio però, aveva un difetto, forse appositamente voluto, mancava di due elementi rotondi essenziali all’altezza delle cosce che non facevano funzionare niente di quel paese tranne gli interessi dei soldatini, e intanto le casse del paese si svuotavano a vista d’occhio, le strade cadevano in rovina, la gente prima ancora che l’anfiteatro terminasse si esercitava come gladiatori sui blog, le tasse per il popolo aumentavano a dismisura, i dipendenti comunali facevano i porci comodi loro, ma nel frattempo una ricca vegetazione di alberi per le strade faceva da ombra sui problemi del paesino e poco importava se per due alberi di carrube per una frazione erano stati spesi migliaia di euro, l’importante che ombreggiavano.

I soldatini che credevano di essere di metallo prezioso non facevano altro che nascondersi dai problemi per paura di essere fottuti (dalla paura) e invece si mostravano alle varie parate e processioni, ma man mano che si lustravano la corazza la loro doratura andava via scoprendo che in realtà erano fatti di sterco secco e paglia, e fu così che in un giorno di pioggia i soldatini si sciolsero all’acqua e il paese fu sommerso di merda, e tutti INSIEME furono PROTAGONISTI di questa gran figura di …..

LA MORALE TROVATELA VOI!
Anonimo ha detto…
Ciao Frank
Posso rivolgerti alcune domande?
Adesso le faccio, poi si vedrà.
A RAVELLO CI STA LA MAFIA?
A RAVELLO SI PAGA IL PIZZO?
CHI SONO I MAFIOSI, RAVELLESI O ESTRANEI?
Faccio queste domande perchè diciamo da sempre Ravello l'isola felice, fuori dai circuiti mafiosi e convinti di questo non ci accorgiamo quello che ci succede iintorno.
Ciao e Grazie

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