1° Maggio

Oggi è il Primo Maggio.
Festa dei Lavoratori.
La mia professione mi trova quotidianamente a contatto con la categoria dei lavoratori dipendenti.
Non è facile soddisfare tutte le esigenze, i malumori e a volte le inutili pretese, dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Ma i lavoratori , i dipendenti, sono la vera forza di qualunque azienda.
Senza di loro, nulla sarebbe possibile.
La precarietà, i salari bassi, i lavoratori extracomunitari in notevole aumento, sno oggi più che mai spina nel fianco, per tutti i lavoratori.
Auguri a tutti.



All'indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo. Appena due anni dopo il 1 maggio è segnato dalla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio. Nel 1948 le piazze diventano lo scenario della profonda spaccatura che, di lì a poco, porterà alla scissione sindacale. Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo i lavoratori di ogni tendenza politica celebrare uniti la loro festa.Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio. Oggi un'unica grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti:
"Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de'sensi; e un'accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire, naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa".

Nota in gran parte tratta da: Giuseppe Sircana, in Cgil di Roma e del Lazio, Archivio Storico Manuela Mezzelani (sito cgil lazio)

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